VISITA LE TERRE DEL TERNANO

Comuni interessati dall’itinerario: NARNI – AMELIA – TERNI

Itinerario alla scoperta dei prodotti tipici nel segno della natura, della tradizione e dell’innovazione

Pane di Terni

Cibo come cultura: nel segno della natura, della tradizione e dell’innovazione. I prodotti locali di alta qualità hanno assunto, per i loro requisiti, il carattere di tipicità, grazie anche alla permanenza di metodi di raccolta, coltivazione e lavorazione rispettosi delle migliori tradizioni oggi rafforzate dall’estendersi dell’agricoltura biologica che produce con metodi e dinamiche del tutto naturali.

Visto dall’alto questo mosaico di verde naturale e colture diverse, fa subito comprendere quanto sia assortito di gusti e di sapori il paniere dei prodotti locali. Oltre ai cereali di tradizione, si raccolgono anche girasoli, pomodori, nonché produzioni minori di serra. La vite e l’olivo, rendono prezioso l’arredo delle colline, completato da boschi con castagneti e ciuffi di macchia mediterranea, nei quali sono abbondanti le colture cosiddette spontanee come i pregiati tartufi neri del Ternano e quelli bianchi dell’alto Orvietano.

Terni

Terni , la città di San Valentino patrono degli Innamorati, è centro di origine romana. Terni è il luogo di partenza ideale per gli itinerari enogastronomici. La città e il suo circondario offrono una cucina genuina e gustosa: le ciriole,  impasto di acqua e farina tagliato a forma di spaghetti, conditi con sughi piccanti come aglio, olio, peperoncino, pomodoro e, a volte, arricchiti con asparagi, funghi o tartufo, la Faraona alla leccarda, i Carbonaretti (i salmerini, o anche, come untempo, dei piccoli lucci), piatto tipico del Lago di Piediluco, e, signore della tavola natalizia, il Panpepato.

Rinomato anche fuori regione è il “pane di Terni” a lievitazione naturale e cotto a legna. Il “pane di Terni” è quasi un marchio: esso infatti è apprezzato in città, ma soprattutto nel Lazio e a Roma. Si tratta di un pane senza sale che, per questo suo carattere, riesce ad esaltare i cibi a cui si accompagna non coprendo, con il proprio sapore, quello delle pietanze. Si dice inoltre che la sua fragranza e la sua bontà dipendano anche dall’acqua con cui è impastato.

Altrettanto famosi i laboratori di pasticceria. Il primo sorse ad opera di Spartaco Pazzaglia  nel 1913: fu l’antesignano di maestri della pasticceria che producono ancora squisiti dolci, tanto che in molti giungano a Terni da Roma e da altre città, per gustarne la bontà.

Narni

Splendido borgo medioevale, già potente in epoca romana e preromana per la sua strategica posizione sulle gole del Nera. Nel Narnese e Amerino, la natura offre abbondanza di prodotti del bosco, funghi, tartufi e castagne.

Dalla tradizione antica vengono i primi piatti a base di impasti di acqua e farina come i manfricoli conditi con sughi piccanti. Poi pizza, come quella sotto il fuoco o la cosiddetta “acciaccata”, in uso a Forcole, cotta nei forni a legna e così chiamata perché schiacciata, per permettere la cottura di un maggior numero di pizze.

Ancora “pizza bianca” cotta nei forni a legna, che accompagna, durante la Festa per la Corsa dell’Anello a Narni, i piatti di pasta e fagioli o gli arrosti sulla brace. Siamo, inoltre, nella zona di produzione del vino DOC dei Colli Amerini: le colline e le fasce pedemontane, esposte al sole, sono segnate da filari di viti. Ancora olio extra vergine di oliva, di ottima qualità, necessario complemento di ogni piatto.

Seduti ai tavoli di antiche taverne, di fronte ad un buon bicchiere di vino, in occasione della Festa dell’Anello, si possono gustare i piatti della tradizionale cucina umbra. Tabernari ed osti in costume servono i cibi della tradizione locale come i manfricoli o la polenta, la trippa e la celebre pizza bianca cotta nel forno a legna, e quelli dai sapori oramai desueti che ci avvicinano alla gastronomia medioevale: le cicerchie, il farro, le fave infrante nella pagnotta di pane nero scavato e altri piatti dai sapori sorprendenti.

Amelia

Deve il suo nome ad un leggendario fondatore, il re Ameroe, addirittura nel XII secolo a.C.; è ritenuta una delle più antiche città umbre. Citata nella “Storia naturale di Plinio”, fu ricordata anche da Cicerone in una nota arringa, come Ameria, un municipio militare romano ascritto alla tribù Clustumina. Qui siamo nella zona di produzione dei “fichi Girotti”, un prodotto antico, dei quali i Romani conoscevano la bontà. (Fichi Girotti è uno dei prodotti più tipici di Amelia. I fichi essiccati, sono farciti con composti di mandorle, canditi o noci.).

E poi selvaggina: una vera leccornia sono i palombacci all’amerina, conditi con la “leccarda”, tipica salsa aromatica dal forte sapore medioevale. Con il cinghiale, che è una delle ricchezze del territorio, si accompagnano ottimi piatti come la polenta. Tra i dolci della tradizione, ricordiamo il torciglione, i biscotti al mosto, dolcetti tipici del periodo della vendemmia e il latte cagliato, dolce che veniva preparato e distribuito dai nobili alla popolazione in occasione della festività dell’Ascensione.

La vocazione alla coltivazione della vite di questa zona è documentata da Virgilio che, nelle Georgiche, ricorda come gli abitanti di Amelia preparino i salici a reggere le viti. L’approvazione della Doc nel 1989 ha impresso ai vini di questa zona, un tempo piuttosto “rustici”, un notevole miglioramento qualitativo. Le tipologie della Doc Colli Amerini sono il bianco, il rosso, il rosato, il novello, il rosso Superiore di colore rosso rubino e un vino in particolare: la Malvasia.

Ottenuta dall’omonimo vitigno toscano e ricca di una gradevole sapidità e di una profumata ed eccezionale freschezza.

Da qui parte la Strada dei Vini Etrusco-Romana.

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