VISITA  LA BASILICA DI SAN FRANCESCO AD ASSISI

La basilica dedicata al Santo con le stimmate è senz’altro une delle mete di pellegrinaggi più frequentate al mondo. I lavori di costruzione ebbero inizio a due anni dalla morte del Santo avvenuta nel 1226. Il terreno roccioso su cui sorge fu donato ai Frati Minori dai ricchi possidenti di Assisi ma ufficialmente la donazione fu effettuata a beneficio del Pontefice Gregorio IX, in virtù della regola francescana della povertà assoluta. Ancora oggi chiesa e convento fanno parte del patrimonio del Vaticano. Il colle, prima conosciuto come “colle dell’Inferno” in quanto luogo in cui venivano eseguite le sentenze capitali, fu chiamato “colle del Paradiso“, proprio perché destinato ad ospitare le spoglie del Santo.

L’architetto che progettò l’edificio è ancora sconosciuto ma alcuni ritengono sia Frate Elia di Bombarone, Ministro Generale dell’Ordine. La Chiesa inferiore fu completata in soli due anni, grazie al devoto entusiasmo delle maestranze e dei cittadini assisani.

Il 25 maggio 1230 fu traslata la salma di San Francesco, provvisoriamente sepolta nella chiesa di S. Giorgio. Ancora oggi resta il mistero di come sia possibile completare una tale opera in così poco tempo e con una tecnologia così rudimentale.

Il visitatore viene subito impressionato dal colore bianco-rosato della Chiesa, edificata con i marmi del Subasio, che crea un suggestivo effetto cromatico. Alla Chiesa Inferiore si accede attraverso un portale in stile gotico, sormontato da un rosone finemente cesellato, opera di Francesco di Pietrasanta della fine del XV secolo.

La pianta della chiesa è a doppio “T”. A sinistra dell’entrata sono esposte, in una cappella, alcune reliquie del Santo, tra le quali una misera tonaca da frate. A destra troviamo le tombe di famiglie facoltose (i fiorentini Cerchi e i Nepis). La navata centrale è in stile romanico ed è immersa in una sottile penombra, dato che, nella concezione di Frate Elia, la chiesa inferiore doveva servire come cripta. Sulle pareti della navata, dopo un restauro, sono riapparsi i primi affreschi della Basilica, ancora di dubbia attribuzione, forse opera di Giunta Pisano o di un sui allievo. Il ciclo di affreschi, raffigurante alcune vicende della vita di San Francesco, fu mutilato per l’apertura di archi di accesso alle cappelle laterali.

A metà navata troviamo due scalette che conducono alla cripta che custodisce le spoglie mortali del Santo. Il sarcofago di pietra fu posto, dopo la traslazione, sotto l’altare maggiore. Uno stretto cunicolo, fino al 1442 portava alla camera sepolcrale. In quell’anno il cunicolo fu murato per evitare che la salma venisse trafugata. Durante le lotte fra comuni rivali infatti, era d’uso che i vincitori sottraessero al soccombente anche le reliquie dei santi. Nel 1818 però il cunicolo fu riaperto e la salma fu esaminata. La ricognizione riconobbe, nel 1820, l’identità del corpo del Santo. Intorno alla sua tomba venne costruita una cripta in stile neoclassico, poi abbattuta perché in contrasto con lo stile romanico della chiesa. Fu  poi ricostruita come oggi la vediamo su disegno dell’architetto Ugo Tarchi.

La cripta, spoglia e disadorna, ci invita alla preghiera e alla meditazione. Le quattro nicchie che sono state ricavate dalle pareti rocciose, protette da sbarre di ferro, custodiscono le urne di quattro discepoli di San Francesco: Masseo, Angelo, Rufino, Tancredi e Leone.

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