Ecco un essenziale e scarno elenco di Santuari mariani umbri (che approfondiremo), divisi per Diocesi e in ordine alfabetico.
Amelia è dedicata alla Madonna: «Civitas Mariae Virginis» si riconobbe nel 1745 (come è scritto sulla Porta della città).
Attualmente, la Diocesi di Amelia è stata unita a quella di Terni-Narni.
Nei pressi di Amelia, va ricordato il Santuario diocesano di “Santa Maria delle Grazie” di Foce, noto almeno dal 1629, quando la sacra immagine che già esisteva, fu trasportata nel minuscolo borgo, dove, nel 1719, i Monaci cistercensi si assunsero l’onore di custodirla.
L’immagine fu incoronata dal Capitolo Vaticano del 1858.
Nell’ Amerino, vanno ricordati: Alviano con il Santuario mariano della “Madonna del Cardellino” e Lugnano in Teverina con la Collegiata dedicata all’Assunta (del sec. XII, è una delle più notevoli chiese romaniche umbre).
Nell’ Amerino-Narnese, nei pressi di Montoro, è il Santuario di “S. Maria dei Monticelli”; qui si venera un affresco staccato con la “Vergine”, ridipinto, attribuibile alla bottega di Pier Matteo d’Amelia.
Assisi vede la primitiva Cattedrale intitolata all’Assunta (S. Maria Maggiore); inoltre ha le chiese di “S. Maria sopra Minerva”, “S. Maria delle Rose” e, soprattutto, la Basilica di “S. Maria degli Angeli” (o della “Porziuncola”): Santuario mariano fondamentale per l’Umbria e per il mondo.
Da ricordare, sempre in Assisi, la “Madonna del Pianto” venerata nella Cattedrale di S. Rufino.
Città della Pieve (Diocesi ora unita a quella di Perugia) ha il recente Santuario della “Madonna di Fatima”, che esisteva con altro titolo, quale Santuario mariano, dal sec. XVIII, custodito dai Minori conventuali.
Città della Pieve è la patria di Pietro Vannucci, detto il “Perugino”, il pittore che ha forse dato un maggior numero di “Madonne” alla venerazione dei fedeli (1445-1523).
Città di Castello ha il Santuario della “Madonna del Transito di Canoscio”.
Il bel tempio mariano si trova nella Valtiberina, nei pressi di Monte S. Maria Tiberina. Il sacro edificio di Canoscio, introdotto da un portico dorico-toscano con fregi in terracotta, fu costruito da Emilio De Fabris (1855-78), a tre navate di forme neo-cinquecentesche. Al centro della navata, un’edicola custodisce l’immagine venerata (“Transito di Maria”), opera d’influsso senese della prima metà del ‘400. Nelle vicinanze fu rinvenuto, nel 1935, il famoso “Tesoro di Canoscio”, ora nel Museo del Duomo di Città di Castello.
Nella stessa città è la “Madonna delle Grazie”; venerata dal 1456 dai “Servi di Maria”, aveva già un potente richiamo.
E nella vicina Pietralunga è il Santuario della “Madonna dei Rimedi”.
Ad ovest di Città di Castello, nei pressi di Bocca Serriola, è il Santuario della “Madonna del Belvedere”. L’edificio fu costruito a partire dal 1669, su disegno di Nicola Barbioni, con facciata preceduta da portico e due campanili cilindrici ai lati della cupola; l’interno, è a pianta centrale ed è ornato di grandiosi stucchi barocchi.
Dal piazzale si ammira un magnifico panorama su Città di Castello e la Valtiberina.
Sul Trasimeno, nella cittadina di Passignano, è il Santuario della “Madonna dell’Oliveto”, edificato nel 1582-86 su probabile progetto di Mariotto Radi, utilizzando forse i ruderi di un vicino monastero.
Nel comprensorio del Trasimeno, nei pressi di Panicarola, è il Santuario della “Madonna della Carraia”, edificato nel 1686 e completato, nella cupola, da Giovanni Caproni nel 1857; nel vasto interno a croce greca, l’altare maggiore è intagliato e dorato, ed incornicia l’immagine miracolosa della “Madonna” del tardo ‘500.
Sempre nel comprensorio del Lago Trasimeno, e precisamente a Paciano, si trova il Santuario della “Madonna della Stella”. L’edificio, del 1572-79, è decorato nelle cappelle laterali da Scilla Pecennini; nell’edicola dell’altare maggiore si ammira un affresco di scuola umbra del ‘400, preesistente alla chiesa. In sagrestia sono altri affreschi del 1590-1620, che illustrano le “Storie del Tempio”.
Ancora nel comprensorio del Trasimeno, a Castelrigone (o Castel Rigone), è il Santuario della “Madonna dei Miracoli”; fu iniziato nel 1494 con il contributo del Comune perugino, a protezione dalla peste, ed ebbe l’intitolazione a “Maria Santissima dei Miracoli” per volontà di papa Alessandro VI. Tutto in arenaria, è opera di ignoto architetto, che si ispirò alla “Madonna del Calcinaio” (Cortona) di Francesco di Giorgio. Nella armoniosa facciata, opera di Domenico Bertini (1512), si apre il portale con ricche candelabre e lunetta adorna di una “Madonna col Bambino e i SS. Agostino e Bartolomeo”.
A Foligno, proclamata dal 1628 «Civitas Virginis», il culto alla Madonna risale a molti secoli fa, almeno al sec. XVII, e la “Madonna del Pianto”, «celeste patrona dei Folignati», si venera nella chiesa di S. Agostino.
Altre chiese mariane sono: “S. Maria Infraportas” (sec. XII); “Madonna delle Grazie” (1438), la cui immagine parlò a S. Bernardino da Siena, dicendo: «Sono la Madonna delle Grazie; sto qui per dispensarle e nessuno le chiede»; “S. Maria in Campis”, già Abbazia benedettina olivetana ed ora curata dai Frati Minori.
Nella vicina Spello sono: “S. Maria Maggiore”, con le splendide opere d’arte del “Pinturicchio”, e la “Madonna delle Grazie di Rasiglia”, Santuario fondato nel 1450.
Nella Diocesi di Gubbio, la devozione mariana è legata alla chiesa di “S. Maria della Vittoria”, detta “Vittorina”, per una vittoria ottenuta dagli eugubini sui Saraceni nel sec. IX.
Qui pregò Francesco d’Assisi, il quale vi fondò il primo Convento francescano della città; presso lo stesso luogo avvenne il notissimo incontro tra il Santo assisiate e il lupo.
L’immagine più venerata della Diocesi e la “Madonna della Misericordia”, del sec. XIII, conservata nella chiesa di S. Francesco d’Assisi, presso la cappella affrescata da Ottaviano Nelli.
In Diocesi, a Umbertide, è anche il Santuario della “Madonna della Reggia”.
La Diocesi di Nocera Umbra e Gualdo Tadino (unita a quella di Assisi) venera la “Madonna del Divino Amore”.
La Diocesi di Norcia venera la “Madonna delle Lacrime”, o “Madonna Addolorata”, almeno dal 1730; mentre altro antichissimo Santuario è la “Madonna di Macereto”, a Visso.
Orvieto ha il magnifico Duomo dedicato all’Assunta; nel suo interno è la “Madonna di S. Brizio”, che si ritiene dipinta da S. Luca; fu incoronata dal Capitolo Vaticano nel 1704.
Perugia, consacrata – unitamente alla Diocesi -, alla Vergine Maria (venerata con il nome di “Madonna delle Grazie”) è stata dichiarata «Augusta Perugia, città della beata Vergine Maria».
Nel Duomo della città, sin dal 1473, si venera il “Santo anello nuziale della Madonna”, sottratto agli abitanti di Chiusi dal francescano tedesco frate Vinterio.
Nella Diocesi perugina sono:
– il Santuario della “Madonna dei Bagni” (dal 1657). Si trova tra Perugia e Todi, nelle vicinanze di Deruta. Il Santuario è a pianta centrale e fu eretto nel 1687 sul luogo dove un frammento di ceramica e una quercia ricordavano una guarigione “miracolosa”. Da allora, la “Madonna dei Bagni” accolse le preghiere di sempre più fedeli, che in ringraziamento posero nella chiesa centinaia di maioliche votive. Le quasi seicento tavolette formano un insolito rivestimento parietale, e un interessante documento iconografico della vita quotidiana e del lavoro contadino, nell’arco di tre secoli.
– il Santuario della “Madonna del Perpetuo Soccorso” di Villantria di Magione (dal 1718). Si trova tra Perugia e Magione nei pressi di Montemelino. Il Santuario è un elegante tempietto in pietra locale, con facciata in cotto spartita in due ordini e pianta a croce greca, sormontata da una cupola ottagonale. Fu eretto nel 1719-29. All’interno è un ricco altare maggiore barocco.
– il Santuario della “Madonna di Mongiovino” di Tavernelle; fu edificato nel 1524 da Rocco da Vicenza, per sostituire una cappellina, che conteneva l’edicola con una miracolosa immagine della “Madonna”.
Gli eleganti portali dell’edificio a croce greca, con cupola retta da quattro pilastri, sono opera dello stesso Rocco da Vicenza, di Giuliano da Verona, Bernardino da Siena, Lorenzo da Carrara. L’interno è ingentilito da preziose opere del Pomarancio, di Mattia Batini, di Arrigo Fiammingo, e altri.
Tra il 1557 e il 1582, Costantino di Rosato e Michelangelo da Cortona invetriarono le finestre.
– il Santuario della “Madonna delle Grondici” (sempre nei pressi di Tavernelle); sorse nel sec. XV, per proteggere una “Madonna” dipinta su un’edicola, che la leggenda vuole avesse resuscitato un bambino.
Il tempio, completamente ristrutturato in anni recenti, fu retto da eremiti fino agli inizi del sec. XX.
All’interno sono pregevoli opere di Gregorio Gregori, il Teutonico.
La Diocesi di Spoleto, nello splendido Duomo dedicato all’Assunta, ha la “Santissima Icone”, offerta dall’imperatore Federico Barbarossa nel 1185.
Alla “Santissima Icone” è collegata, tra l’altro, la conversione del giovane Francesco Possenti (S. Gabriele dell’Addolorata).
Non lontani da Spoleto, sono:
– il Santuario della “Madonna della Stella”, nei pressi di Montefalco, costruito nel 1862-81 su disegno di Giovanni Santini a seguito di un evento ritenuto miracoloso;
– il Santuario della “Madonna della Valle” a Bevagna;
– il Santuario della “Madonna delle Grazie”, nei pressi di Bevagna. L’edificio fu iniziato, nel 1583, su disegno di Valentino Martelli. Ha l’interno a tre navate e tiburio ottagonale. Gli altari della navata sono ingentiliti da quattro dipinti di Ascensidonio Spacca. Sull’altare della crociera sinistra è un “Crocifisso ligneo” del sec. XV, e sull’altare maggiore è una “Maestà” molto venerata del 1465.
– il Santuario della “Madonna del Fosco” a Castagnola di Giano, curata dai missionari del Preziosissimo Sangue.
– il Santuario di “S. Maria della Bruna”; si trova nel comprensorio spoletino, in località Bruna. Il Santuario è del 1510 con insolite influenze orientali. Nel catino absidale sono affreschi attribuiti a Pier Matteo Piergili.
– il Santuario di “S. Maria di Paganica”; è nel comprensorio spoletino, tra S. Giovanni di Baiano ed Acquasparta. Nell’antico Santuario si trovano affreschi di Scuola dello Spagna.
Terni, con la Cattedrale dedicata all’Assunta, ha il Santuario della “Madonna del Ponte”; si trova nel comprensorio amerino-narnese, a Narni Scalo. Il Santuario, sorto nei pressi del “Ponte di Augusto”, fu consacrato nel 1728 e ampiamente rifatto dopo le distruzioni belliche. Ingloba una grotta tagliata e isolata come cappella, che incorpora strutture romane ipoteticamente pertinenti alla Flaminia. Sulla roccia sussistono affreschi del sec. XIV.
Nei dintorni di Otricoli, nel ternano, è il Santuario della “Madonna della Quercia”; il sacro edificio fu edificato, entro il 1597, su progetto incompiuto di Giandomenico Bianchi, per custodire un’immagine quattrocentesca su marmo, raffigurante la “Madonna”, ora inserita in un monumentale altare in stucco, al centro dell’abside. Nell’unica spaziosa navata, si aprono cappelle contenenti tele dei secc. XVI e XVII, tra cui opere di Michelangelo Braidi, Carlo Maratta, Calisto Calisti.
Concludiamo con Todi, con il bellissimo Duomo intitolato all’Annunziata (sec. XII).
L’immagine mariana più venerata in Diocesi è quella della “Madonna del Campione”, nella chiesa di S. Bonaventura.
Non si possono dimenticare, tuttavia, la pregevole “S. Maria della Consolazione”, in cui si venera una trecentesca immagine della Madonna; e la statua lignea di Madonna con Bimbo seduto sulle ginocchia, che si venera nella chiesa di “S. Maria di Camucia”, Madonna che, stando alle fonti, sarebbe stata descritta dal poeta frate Iacopone.
In Diocesi è anche il Santuario della “Madonna della Pasquarella”, incastonato, lungo la via che collega Todi a Baschi, nella gola del Forello, tra rocce e fitta vegetazione, che offrono, gratutitamente, un impareggiabile spettacolo naturalistico. Si hanno notizie di questo luogo di culto fin dal 1275-1300, quando era retto da un abate e tre monaci benedettini. Ancora oggi è meta di pellegrinaggi da parte delle popolazioni locali nel periodo della Pasqua, in onore della “Madonna della Pasquarella”.
Qui abbiamo accennato solo ai Santuari più rappresentativi della nostra Regione, … e sono già tanti; ma ne esistono molti altri, ugualmente notevoli, che meritano di essere visitati e “gustati” con la doverosa “compunzione”.
Essi sorgono in splendide posizioni paesaggistiche: su impervie rupi, in gole incassate tra le rocce, sulle rive di laghi o di fiumi cristallini, su tonde colline verdeggianti o nel cuore di borghi scolpiti nella perfezione di pietre antiche.
Qui, la “presenza di Maria” è forte, e si intreccia con la cultura, con la storia e con le radici della “nostra gente”.
Non vi proponiamo, quindi, un preciso “Itinerario”, vista la complessità del territorio e la vastità numerica delle “realtà mariane” da visitare, ma “assicuriamo” di essere a completa disposizione per organizzare le stesse, stando alle vostre richieste e al vostro grado di “allenamento atletico”.